PREFAZIONE 

A futura memoria copertina singola_01

Se cercherai di interpretare queste indebite euforie con la ragione otterrai dei risultati ammoscianti.
Se immaginerai di coglierne il senso con il cuore, una piccola fiamma di luce comincerà ad illuminare le pareti della tua caverna.
E vedrai ombre strane scivolare sulla roccia e ti potranno anche sembrare dei mostri o delle assurdità.
Ma se ricorderai che sono solo delle proiezioni di qualcosa che sta davanti alla fiamma che respira, adagio adagio ti renderai conto che crearti paura o fastidio è un trucco della mente per limitare la tua libertà; di guardare, di vedere, di sapere, di capire, di fare, di conoscere, di riconciliarti, di vivere, di meravigliarti, di crescere, di condividere, di amare te stesso e la realtà che ti appartiene e di cui fai parte. Altro da dire? No. Ho finito l’acqua.

                                                                            Marcello Bonazzola

Alcuni passaggi del libro:

Se riesci a far tuo l’assunto che la Vita ti chiede sempre solo quello che sei in grado di affrontare, non sarai mai preso dal male oscuro che ha indotto e indurrà ancora tante persone a rifugiarsi nella, alla fin fine, comoda scorciatoia di sfuggire dalla responsabilità di vivere.
Tieni sempre presente che, anche se mancano esaurienti spiegazioni “scientifiche”, la Vita oltre che un bene è soprattutto un dono; non richiesto, forse, ma sempre un dono.
Se poi ti riuscirà di immaginare che questo dono sta nella responsabilità di chi l’ha fatto e che, chi l’ha fatto, ne conosce il perché, ti capiterà di scoprire, proprio sul fondo del vaso scoperchiato di Pandora, il bene più prezioso per l’umanità: la speranza.
E così la terra ti sarà leggera anche quando avrai varcato la soglia di questa tua dimensione e tornerai alla casa in cui sei stato generato.
Nell’attesa della conoscenza fai il bravo se ti riesce.

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Se una scuola nasce su un’idea, e se questa idea viene costantemente alimentata attraverso acquedotti ideali specifici dall’ideatore dell’idea stessa non bastano quattro Goti che taglino un acquedotto, a far morire la scuola.
Al massimo il territorio dei fruitori dell’idea modificherà la propria orografia, ma l’idea sopravviverà ai Goti e agli altri barbari associati.
Certo i fruitori della scuola dovranno sobbarcarsi a disagi maggiori e dovranno tornare a rifornirsi a monte degli acquedotti; alla sorgente dell’idea. Ove così non fosse e la gente preferisse l’acqua mineralizzata, a quel punto sì che sia la scuola che l’idea verrebbero a morire.
Con quali conseguenze? Nessuna. Salvo la necessità naturale di cercare nuove sorgenti, di costruire nuovi acquedotti e di aspettare nuovi Goti che ripetano il normale disastro.
Il tutto comunque sopravviverà nel ricordo ai caposcuola e ai Goti. Che bello!
Un accidentaccio quadro. Tu comunque, Rosmunda continua a bere nel cranio del tuo papà. E sorridi, finchè hai i denti che resistono agli attacchi dei diserbanti mediatici.
Tanto, poi, ci sono sempre le dentiere.

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